Page 8 - Guida della Valchisone
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Ricercare le origini di Fenestrelle è impresa ardua: è quasi certo che esistes-  fenestrelle e il forte
    se già all’epoca Romana come piccolo centro di traffico e di scambio alimen-
    tato dalla strada romana. Numerosi paesi dell’arco alpino formavano il regno
    di Donno e di Cozio, di cui Fenestrelle era il confine. Da qui forse l’origine del
    nome finis terrae cotii.
    Nel XI sec. , Fenestrelle passò ai conti di Savoia e nel 1078 agli abati del mona-
    stero di San Verano presso Pinerolo, fino al 1191, anno in cui se ne appropriò
    il Delfino di Vienna fino al 1349. Da tale data il paese passò sotto la domina-
    zione francese e vi rimase fino al 1713 (trattato di Utrecht). In questi anni oltre
    alle lotte militari, si succedettero terribili guerre di religione, valdesi e cattolici
    prima e riformati e cattolici dopo.
    Fenestrelle conserva memorie culturali e tradizioni di una storia millenaria,
    di cui restano come testimonianza le antiche mura medioevali, la bellissi-
    ma Chiesa Parrocchiale di San Luigi IX, Re di Francia, il Convento dei Gesuiti
    (1659), l’antico forno e la famosa fortezza adagiata sul costone occidentale
    del Monte Orsiera.
    Fanno parte del Comune numerose frazioni: Champs, Mentoulles, Villecloze,
    Grange, Chambons, Depot, Fondufaux, La Latta e tra le più caratteristiche
    spiccano le antiche Puy e Pequerel che, situate a 1700m, conservano l’archi-
    tettura rurale tipica dei villaggi alpini.
    Il Forte Mutin è una fortificazione bastionata voluta da Luigi XIV ‘Re Sole’,
    su suggerimento del comandante reale in Piemonte, Generale Catinat, per
    bloccare l’accesso all’Alta Val Chisone.Il progetto (arch. Guy de Richerand) fu
    realizzato su un’area di 96.000mq con la classica struttura a pianta pentago-
    nale, munita agli angoli di bastioni collegati alle cortine, protette da quattro
    mezzelune, secondo i parametri delle fortificazioni di pianura, ma priva di un
    concreto adattamento alla morfologia del territorio montano.
    Il forte aveva il suo punto debole nella conca in cui sorgeva, che lo rendeva
    vulnerabile. Il Vauban, primo ingegnere reale, durante la sua visita ispettiva
    nel 1700, lo definì con collera «un sassolino al fondo dell’imbuto»: il sassoli-
    no era il forte e l’imbuto le montagne circostanti e scrisse nella sua relazione
    che «se non fosse costato così caro, non avrebbe esitato un istante a farlo
    demolire». Le considerazioni del Vauban si concretizzarono nel 1708 quando
    la piazza capitolò senza condizioni in soli 15 giorni. Il Trattato di Utrecht (1713)
    assegnò i territori della Repubblica degli Escartons ‘al di qua delle Alpi’ a S.A.R.
    di Savoia. Vittorio Amedeo II, su suggerimento dei suoi strateghi fece costru-
    ire nel 1728 un nuovo forte ‘a serra valle’ sul il versante della montagna alla
    sinistra orografica del Chisone: la fortezza di Fenestrelle. Il forte Mutin, ormai
    obsoleto e pericolante, nel 1836 fu demolito dal Genio Militare e sostituito
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