Page 17 - Guida della Valcenischia
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Introduzione  abbellisce il tutto.  La gonna è piatta sul davanti e un cuscinetto di forma allungata,
         cucito all’interno, all’altezza del girovita, le permette di svasarsi in mille pieghe. Il
         grembiule copre tutta la larghezza della gonna, in seta liscio od operato.
         Lo scialle è la nota di colore su cui si armonizzano le varie tonalità dei nastri e
         fiocco della cuffia, è un quadrato di circa 120cm. Lateralmente frangiato con ricami
         eseguiti, si indossa piegato a triangolo, sulle spalle con delle pieghe precise, le
         punte sono raccolte sul davanti, sotto la cintura del costume.
         Nell’occasione della ricorrenza della Madonna del Rosario, (prima domenica di
         ottobre) il parroco nomina in chiesa le sei nuove priore che dureranno in carica
         per tutto l’anno. Per turno il priorato è ancora tutt’oggi trasmesso da una frazione
         all’altra del paese. Il calendario rituale fissato ormai da secoli, dispone che ogni
         priora si faccia carico di una festa che comprende la funzione in chiesa e il ricevi-
         mento presso la propria casa con invito alla banda musicale, spadonari, autorità,
         amici. La tradizione vuole che il 22 gennaio, festa di S. Vincenzo patrono di Gia-
         glione siano festeggiate le due priore più anziane dette le ‘vièlheus’, ossia la priora
         della Madonna del Rosario (la più giovane tra le due più anziane), che offre un
         rinfresco prima della messa, e la priora di S. Vincenzo (la più anziana delle anziane)
         cui spettano medesimi incarichi nel pomeriggio prima e dopo i vespri. L’incarico
         delle nuove priore annunciato a ottobre diventa operativo già nel mese di novem-
         bre con la festa di S. Caterina. Le nuove priore fanno così la loro prima uscita uffi-
         ciale indossando l’abito tradizionale savoiardo. Le festeggiate sono le due priore
         giovani, nubili dette di S. Caterina le ‘catlinéteus’. La festeggiata è la più anziana
         tra le due giovani. Nella solennità del Corpus Domini la festa è in onore delle due
         priore giovani e sposate dette del Sacro Cuore (la festeggiata è la più anziana della
         coppia e all’ottava toccherà all’altra).
         Un tempo le nomine delle priore avveniva attraverso il parroco senza consultarle
         prima e l’eventuale rifiuto diventava una specie di marchio. Il ruolo non si esauri-
         sce solamente nei sei festeggiamenti annuali: esse partecipano alle varie proces-
         sioni, alle novene, ai funerali e ancora oggi le due più anziane passano di casa in
         casa, nel periodo natalizio per la colletta dell’olio santo.
         Gli spadonari li spadouneire sono formati da quattro uomini e danzano tre volte
         all’anno in occasione delle ricorrenze festive in paese. L’abbigliamento si compo-
         ne di un copricapo (lou tsapèl) ricoperto di fiori finti da cui partono lunghi nastri
         colorati (le livrèieus) che ricadono sulla schiena. Il cappello molto appariscente è
         annodato con un nastro sotto il mento. Il corpetto senza maniche (lou Courpeut)
         che  indossano  sulla  camicia  bianca  è  impreziosito  con  ricami,  pizzi,  lustrini,  e
         chiuso con degli alamari, così pure il corto grembiule (lou foudaleut) di tessuto
         damascato, ornato con frange e perline che ogni spadonaro può ornare a proprio
         piacimento. Copletano la divisa, la cravatta rossa, i guanti bianchi, i pantaloni scuri
         con una banda verticale sul lato esterno (gialla nella versione invernale, rossa in
         quella estiva) le scarpe nere.
         La loro danza è caratterizzata dai lunghi spadoni (li sabro) diritti con l’impugnatura
         grossa di legno decorata con borchie in metallo che facilitano la presa. Il costume
         e il sabro sono personali, il più delle volte tramandato da padre in figlio. Non c’è
         limite di età e si resta in carica fino a quanto uno non decide di ritirarsi. Il respon-
         sabile degli spadonari è nominato seguendo un criterio di anzianità di servizio.
         Danzano per le priore e si adottano usanze tradizionali sconosciute alla gente che
         viene da fuori del paese come Lou salut il saluto che è una sorta di preludio che si
         lega alle altre danze ed è eseguito in due occasioni, la prima volta che gli spado-
         nari incontrano le nuove priore cioè a San Vincenzo e alla fine del loro mandato
         alla Madonna del Rosario. Il primo movimento di danza sul sagrato della chiesa è
         sempre rivolto alle priore schierate.
         Altre danze di accompagnamento sono: la nourmal utilizzata per accompagnare
         le priore, i parenti e amici riuniti dalla casa della festeggiata alla chiesa, la basou-
         lein, la Bussoleno, per accompagnare le autorità dal municipio verso la chiesa, la
         stoccata, la Stecâ che si alterna con le prime due, inoltre leivrî (aprire) al termine
         delle danze per farsi largo tra la folla e ricomporre il corteo che riaccompagna le
         priore, le autorità e i presenti alla casa della festeggiata. Durante le marce sono
         disposti in fila indiana e la spada è brandita con la mano destra. Le danze che sono
         eseguite sul sagrato della chiesa dopo la funzione della messa sono la Carâ una
         figura eseguita in quadrato, lou cor an din, lou cor an fora. Sono movimenti che
         precedono lo scambio delle spade fra di loro e il lancio delle spade in alto.
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